“… L’insegnamento della religione cattolica si propone agli studenti per fornire loro uno strumento disciplinare per meglio comprendere “noi stessi e l’esistente”. E’ ovvio, allora, che lo Stato assicura l’insegnamento della religione affinché ogni studente – cittadino italiano – possa incontrare nella scuola una disciplina scolastica non meno importante della filosofia e della scienza, che è la religione.
Insomma con l’insegnamento della religione cattolica alle famiglie e agli studenti lo Stato offre uno strumento in più, non solo per “essere ricchi di sapere”, ma in particolare per “aumentare le possibilità di vivere bene”.
Ora se chi si avvale dell’insegnamento della religione cattolica può avvantaggiarsi di un patrimonio di idee che gli permette di leggere e capire il mondo, che gli consente anche di intervenire su loro stessi e su quel che li circonda[1] , chi non si avvale si priva di una alfabetizzazione religiosa culturalmente qualificata.
Noi, avendo a cuore la formazione alla pace e al dialogo dei nostri studenti, non possiamo abbandonarli all’ignoranza religiosa; perché siamo conviti che la conoscenza della cultura religiosa permetterà alle donne e agli uomini di praticare la stima e il rispetto reciproci e di costruire sempre meglio il dialogo.
Riteniamo che oggi si debba riprendere la discussione dell’ora alternativa all’insegnamento della religione cattolica…”
(Dall’ introduzione di Orazio Ruscica)