“… nella scuola c’è proprio bisogno di questo “scatto di motivazione”. Se c’è motivazione ci può essere successo scolastico; senza motivazione si rischia il fallimento. Docenti motivati possono motivare i propri studenti.
La motivazione è infatti ciò che induce un docente ad una determinata azione didattica; è ciò che spinge il comportamento di un docente verso una data meta. La motivazione, insomma, svolge fondamentalmente due funzioni: attivare e orientare comportamenti specifici. E la motivazione non può essere condizionata dal mero corrispettivo economico; questo è importante e va sicuramente tutelato, ma non bisogna dimenticare che la funzione docente è di una responsabilità decisiva perché oggi tra i banchi di scuola noi formiamo le generazioni che dovranno assumersi responsabilità nel prossimo futuro, e ciò che loro saranno dipende anche da noi. Ecco perché auspichiamo questo “scatto di motivazione” ed è importante farsi delle domande:come motivare gli allievi nell’attività didattica? Come suscitare in loro l’interesse ad una partecipazione attiva, fattiva e collaborativa perché comprendano il valore e il senso culturale della religione nella vita dell’uomo e della società? Il docente di religione in che modo può rendere la propria disciplina uno strumento che educa istruendo? Che cosa vuol dire comunicare? Quali sono i fattori che devono caratterizzare il comportamento del docente nella comunicazione educativa? A che cosa vanno incontro nell’attività di insegnamento e apprendimento docenti di religione “permissivi” o al contrario eccessivamente “direttivi”? Quali percorsi curricolari occorre porre in essere perché si posa puntare su una formazione degli allievi in grado di mettere in sinergia “esperienza e saperi? Sono domande centrali su cui interrogarsi….”
(Dall’Introduzione di Domenico Pisana)