“… l’IRC in questo decennale dell’Autonomia scolastica si è trovato di fronte a numerose sfide all’educazione integrale della persona, sfide che, in fondo, sono quelle che caratterizzano la nostra società italiana ma direi anche l’Europa, e che trovano, sicuramente, la loro proiezione nel mondo della scuola.
Fra queste sfide educative vi è certamente “la coesistenza sempre più crescente e marcata di diverse visioni del mondo e della vita”; “l’eclissi di un certo modello di antropologia e di educazione cristiana”, “la messa in discussione della pertinenza culturale del fatto cristiano nella formazione dello studente e del cittadino”, come pure “le forti dicotomie strutturali e culturali”.
“Formarsi per formare” deve diventare allora l’impegno dei docenti di religione cattolica, i quali con il loro insegnamento sono chiamati a ricucire “ferite culturali” e a far sì che i nostri studenti possano riscoprire e riappropriarsi delle “radici cristiane” del loro patrimonio culturale; a rilanciare il dialogo tra “fides et ratio”, allargando i confini della ragione per evitare di bloccarla dentro gli orizzonti della mera razionalità tecnico-scientifca; a rispondere, infine, alle forti “domande di senso” che toccano gli studenti nella loro esistenzialità, dando loro una vera centralità nell’attività didattica con un insegnamento capace di educare istruendo”.
(Dall’introduzione di Domenico Pisana )



